Walter Benjamin aveva ragione: la tecnologia favorisce un nuovo tipo di democrazia

Dato l’attivismo della blogosfera nei confronti di queste elezioni, continuiamo a confermare  la tesi di Walter Benjamin esposta ne L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica (1969) per cui, prendendo in riferimento la fotografia e il cinema, afferma che la tecnologia crea un nuovo tipo di potenziale politico o rivoluzionario per l’arte di massa. Oggi possiamo dire che questa sua asserzione trova riscontro nei nuovi media, in particolare in Internet. Questi saranno infatti in grado di portare un nuovo tipo di democrazia.

Howard Rheingold nel 1994, riferendosi alla comunicazione mediata dal computer, dice che il  significato politico risiede nella sua capacità di sfidare l’attuale monopolio della gerarchia politica sulle comunicazioni di massa e forse di rivitalizzare in questo modo la democrazia basata sulla partecipazione diretta

Jonh Perry Barlow nella Dichiarazione di Indipendenza del 1998 sostiene che il cyberspazio è un nuovo territorio politico nel quale le leggi del capitalismo industriale non funzionano più e che un nuovo ordine politico è rintracciabile sui nostri schermi.

Riassumendo: la tecnologia digitale può essere vista come mezzo in grado di offrirci una democrazia trasparente. Più gli anni passano, più questo assioma trova riscontro. Certo è che questo potrà accadere solo fintanto questo mezzo rimarrà libero, coi suoi pro e i suoi contro. E’ questo che fa del www quello che è: la libertà.

fonte: Bolter D.J., Grusin R., Remediation, Guerini & Associati, Milano 2002

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